Allestimento di cartone.

In occasione della mostra dedicata a William Kentridge a Spazio Gerra a Reggio Emilia, LASCIA la SCIA si è occupata della progettazione e della realizzazione dell’allestimento.

La mostra presenta una selezione di cortometraggi animati di disegni a carboncino, realizzata dall’artista sudafricano, tratti dai famosi “9 Drawings for Projection”, in cui si narra la storia del Sudafrica nel cruciale passaggio dell’Apartheid alla democrazia. A contatto con la difficile realtà dell’Apartheid, l’opera dell’artista procede per metafore potenti e poetiche allo stesso tempo che allargano la riflessione alla condizione umana in genere.

L’allestimento nasce dalla volontà di creare spazi raccolti, caldi e confortevoli, che consentono di entrare in contatto con i temi così forti trattati dall’artista, senza che il visitatore ne sia sopraffatto, ma permettendogli invece di trarre dall’ambiente la giusta serenità per potersi accostare ai contenuti.

Il tema di progetto riguarda le modalità dello sguardo e della visione, declinate secondo diverse prospettive a seconda del cortometraggio e della “scatola” di cartone creata per contenerlo. I cortometraggi “Johannesburg, 2nd greatest city after Paris” e “Monument“, sono inseriti in una cornice “teatrale” in cartone; pallets distribuiti su diverse quote creano la platea. La visione è classica e frontale. Al secondo livello, “Mine” viene proiettato all’interno di un cubo – sempre in cartone – dove il visitatore può accomodarsi per entrare in un’atmosfera ancor più intima e raccolta: la visione è all’interno. “Sobriety, obesity and growing old”: il cortometraggio si può visionare dall’esterno, attraverso la grande finestra che si apre nel cartone e attraverso quella laterale, dedicata ai bambini. Al terzo piano, all’interno di una sala più raccolta, “Felix in exile” viene proiettato su uno schermo alto e inclinato che offre una visione dal “sotto in su.

I materiali scelti sono materiali poveri: il cartone, la juta, il legno dei pallets in linea con lo spirito dell’artista. Il cartone, volutamente lasciato grezzo, con cui vengono realizzate le “scatole visive”, non ha solamente una finalità estetica ma ha anche lo scopo di isolare e veicolare il suono.